Le regole della composizione fotografica
Guida completa alle tecniche di composizione per scattare foto migliori
Parliamo di composizione quando stiamo decidendo in che modo disporre gli elementi nella nostra foto. Inutile dire che la composizione fotografica può avere un impatto cruciale sull’immagine finale, per questo ci interessa conoscere a fondo le diverse tecniche compositive.
Queste derivano in ampia misura dalla storia dell’arte, prima ancora che dalla storia della fotografia. Pensiamo alla sezione aurea di Fibonacci o alla regola dei terzi, tutti artifizi che sono già ampiamente utilizzati nella pittura.
Le regole di composizione fotografica
Andiamo quindi a scoprire quali sono le regole che possono permetterci di trovare sempre la composizione migliore a seconda della foto che vogliamo fare. Le regole di composizione non devono essere vissute come una gabbia, ma piuttosto come un punto di partenza; non devono limitare la creatività, ma aiutarci a evitare errori.
Ricordiamoci che il fotografo dipende dalla sua attrezzatura, ma è la sua testa quella che crea la foto. Essere quindi informati e al passo è l’arma più potente di un fotografo, che sia professionista o amatore.
Non esiste un software in grado di migliorare una foto la cui composizione non sia stata curata in fase di scatto, per cui rimbocchiamoci le maniche e andiamo a incominciare!
La Regola dei Terzi
Avrete già sentito parlare di Regola dei Terzi, che è in assoluto la regola di composizione più famosa e utilizzata. Consiste nel dividere il frame in 9 rettangoli uguali, mediante l’utilizzo di quattro linee perpendicolari ed equidistanti. A questo punto il nostro soggetto dovrà essere posizionato in corrispondenza di una delle intersezioni.
Ma per quale motivo il soggetto non va messo al centro? Anche se può sembrare naturale che il soggetto di una fotografia si trovi perfettamente centrato nel frame, studi dimostrano che una foto con soggetto decentrato ha sempre un impatto emotivo e un dinamismo maggiore. Questo risulta addirittura accentuato, nel caso in cui il soggetto non sia decentrato casualmente, ma sia posizionato proprio in corrispondenza di uno dei punti di interesse delineati dalla Regola dei Terzi.
Fin qui non vi ho detto nulla di nuovo probabilmente. Ma ecco qualcosa che non tutti sanno: la Regola dei Terzi è una regola dispari. Mi spiego meglio: se posiziono il mio soggetto in un punto di interesse, posso lasciare gli altri tre punti di interesse vuoti. Se voglio riempire altri punti di interesse, devo riempirne due, in modo da avere il soggetto principale e altri due punti di interesse minore – lasciando quindi in sostanza un solo punto di interesse vuoto, come mostrato nell’immagine che segue.
Vediamo un esempio pratico, con questa foto risalente al 2013, scattata da Cesare Ferrari sulle rive del Lago Maggiore.
Vediamo come il soggetto principale (in questo caso l’occhio più vicino del vecchio, che è anche il punto su cui cade il fuoco della foto) sia posizionato nel primo punto di interesse; il secondo punto di interesse è vuoto – immaginatevi quanto perderebbe questa immagine se ci fosse qualcosa che spunta dietro alla testa del soggetto –, mentre gli altri due punti sono riempiti dalla barba.
Come possiamo vedere, il soggetto va posizionato nei pressi di uno dei quattro punti evidenziati dalla Regola dei Terzi. Per posizionare qualcosa nei due punti di interesse minore è importante ricordare che il soggetto principale deve sempre avere spazio per respirare; per questo motivo posizioneremo sempre i due punti di interesse minore in modo che non competano con il soggetto principale.
Questo è dovuto a un’altra regola, che è la Regola dei Dispari.
La Regola dei Dispari
Questa regola suggerisce che un’immagine è più potente con un numero dispari di soggetti. Pensiamo a un ritratto con una sola persona o con due persone: laddove un ritratto singolo permette di concentrarsi su un solo soggetto, il ritratto di coppia divide potenzialmente l’attenzione in due metà uguali. Questo crea simmetria e rende l’immagine più stabile, ma meno interessante.
Molto meglio avere tre soggetti, o cinque, purché siano dispari. Gestire un numero di soggetti dispari consente – e ci obbliga – a ragionare sulla composizione per trovare soluzioni creative e accattivanti, mentre con un numero pari la soluzione più ovvia sarà sempre quella di dividere l’inquadratura a metà.
Al contrario, con la Regola dei Dispari la nostra composizione sarà basata per esempio sulla forma del triangolo, che è estremamente dinamica e potente. In generale possiamo pensare a una fotografia come a un modo per mettere ordine nel caos: se il caos è già ordinato, per esempio a due a due, l’immagine risulterà meno interessante, inoltre comporre con i dispari è una sfida decisamente più avvincente per il fotografo.
La regola dei triangoli
La Regola dei Triangoli è particolarmente adatta a guidare lo sguardo dell’osservatore all’interno della foto. Lo schema è costituito da una diagonale che interseca perpendicolarmente un segmento che nasce da uno dei due angoli rimanenti, come possiamo vedere nell’immagine che segue.
Vediamo un esempio tratto dalla fotografia food, anche se questo schema rende al meglio nella fotografia paesaggistica.
Linee guida e punto di fuga
Comporre con le linee guida e sfruttando il punto di fuga sono due tecniche che permettono al fotografo di guidare l’occhio dell’osservatore all’interno della foto. Vediamo le linee guida di un punto di fuga centrale nell’immagine che segue.
La Sezione Aurea e la Spirale di Fibonacci
La linea guida più famosa e utilizzata è senza dubbio la Spirale di Fibonacci, basata sulla Sezione Aurea, che possiamo vedere nella prossima immagine. Il rapporto tra lato lungo e lato corto è di 1,618, è questo il numero magico che armonizza le proporzioni nella nostra composizione.
Vediamo l’applicazione pratica nell’esempio che segue, in cui i cocktail sono disposti sul tavolo in modo che l’occhio dell’osservatore segua istintivamente la Spirale di Fibonacci.
La regola dell’orizzonte
So che sto per spezzare il cuore a un sacco di persone, ma fotografare l’orizzonte storto è un errore. Che ho commesso a mia volta, perché fotografare un orizzonte senza un soggetto è noioso e quindi si tende a sfregiarlo inquadrandolo storto.
Il problema è che alla nostra foto manca un soggetto, sistemato questo punto, vedrete che non c’è alcun bisogno di fotografare l’orizzonte storto.
Ulteriore appunto, basandoci sulla Regola dei Terzi l’orizzonte non dovrebbe mai essere posizionato al centro dell’immagine, ma piuttosto su una delle due linee orizzontali.
Se debba essere posizionato sulla linea alta o su quella bassa dipende unicamente dal nostro soggetto, anche se in fotografia paesaggistica si tende a privilegiare la terra, per poter includere una porzione maggiore di paesaggio e magari incorporare un soggetto principale che dia senso e contesto al panorama.
La regola del movimento
Essendo occidentali, tendiamo a leggere da sinistra verso destra. Inconsciamente questo ci induce a pensare che il principio sia sempre a sinistra, mentre la fine sia sempre a destra.
Questo preambolo di etno-psicologia spiccia serve semplicemente a introdurre la Regola del Movimento, secondo la quale noi occidentali tendiamo a considerare più gradevole una foto se il soggetto in movimento viaggia da sinistra a destra, piuttosto che il contrario.
Questa regola ci porta al suo corollario: quando riprendiamo un soggetto in movimento, è sempre preferibile lasciare più spazio nella direzione verso la quale questo si sta rivolgendo, in modo da dargli respiro e far intuire dove sta andando. Possiamo decidere di fare il contrario ovviamente, ma la foto restituirà una sensazione di claustrofobia; l’importante è prendere questa decisione con consapevolezza.
La composizione con le diagonali
Avete mai visto delle linee diagonali in natura? Teoricamente non dovrebbero esistere, in natura esistono quasi esclusivamente:
Linee orizzontali (l’orizzonte)
Curve (le montagne, colline, i laghi, ecc.)
La linea diagonale introduce un elemento dinamico nelle fotografie, che può essere sfruttato a nostro vantaggio per comporre una scena che, se raffigurata con normali linee orizzontali, risulterebbe noioso.
Vediamo l’esempio perfetto nelle due immagini che seguono: mentre la prima risulta statica, ancorché molto solida, nella seconda si scorge il dinamismo dell’impennaggio della struttura fotografata.
La regola della Simmetria
Una regola che ci affascina da sempre. In evidente contrapposizione alla Regola dei Terzi, la Regola della Simmetria prevede un soggetto ben posizionato al centro dell’immagine, con uguale peso sia nella metà sinistra che nella destra.
È un genere fotografico che colpisce per la sua stabilità, il suo limite è la mancanza di dinamismo e del fattore emozionale.
Che cosa succede se non seguiamo le regole?
Abbiamo visto che esistono diverse regole di composizione fotografica, quasi tutte derivate dalla storia dell’arte e dai grandi autori del passato. Queste regole non servono a imbrigliarci e a tarpare la nostra creatività, ma piuttosto a darci un punto di partenza sicuro e collaudato da cui sviluppare i nostri lavori.
Nessuno ci obbliga a seguire le regole, anzi, molti autori hanno fatto della trasgressione la propria forza. Il punto è che hanno sfruttato una – o anche più di una – regola a proprio vantaggio, e per fare questo bisogna partire dalla conoscenza delle regole.
Senza la piena padronanza delle regole di base per la composizione fotografica, stiamo semplicemente improvvisando e sperando nel nostro talento naturale. Che può esserci, ma va sviluppato e incoraggiato.
Per questo motivo, se sei appassionato di fotografia, ti consigliamo di rimanere aggiornato seguendo le precedenti e le prossime pubblicazioni sul nostro Blog!
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