Le scelte giuste nella post-produzione
Le scelte giuste da fare nella post-produzione
Come si capisce quali sono le scelte giuste da fare nella post-produzione?
Bentornati! Oggi parliamo di post-produzione, e delle scelte che possiamo fare quando la pratichiamo. Ma è poi giusto chiamarla così? Ovvio, è una fase che si presenta cronologicamente dopo la produzione o la ricerca di una immagine. Ma nel momento stesso in cui realizziamo una foto, o scegliamo una immagine da internet, stiamo già compiendo delle scelte legate alla post-produzione.
L'importante è pensarci: le scelte giuste da fare in post-produzione dipendono dalla nostra esperienza
Quando decidiamo di scattare una foto a fondo bianco o nero, di stare in high o low key, di usare un tele o un grandangolo, possiamo farlo da fotografi puri – ovvero pensando che l'immagine finirà pubblicata sulle pagine di una rivista, o in un blog, esattamente così com'è stata scattata –, oppure possiamo immaginarci le infinite possibilità cui ci apparecchieremo una volta importati i file sul nostro computer.
È altresì possibile che le immagini che scattiamo abbiano già uno scopo preciso, e quindi le nostre decisioni derivino da un preciso ragionamento legato alle fasi successive lo scatto/ricerca.
È il caso dell'immagine che vedete nel video qui sotto:
Come vedete si tratta di una manipolazione non particolarmente complessa, ma nemmeno immediata; tra l'altro ringrazio Sharon che si è prestata a posare per me. La foto originale, su fondo nero, viene prima scontornata con un tracciato di ritaglio, poi i capelli vengono recuperati con un livello duplicato e applicato con metodo di fusione Scolora. Questo è un processo standard, e a questo punto scende in campo la scelta del resto dell'immagine.
La scelta di scattare su fondo nero, essenziale per la riuscita ottimale del lavoro, è importante tanto quanto la scelta dei materiali successivi. Bisogna essere coerenti: un fondale diurno all'aperto non reggerebbe con un ritratto come questo, e allora sarebbe stato meglio scattare su fondo bianco.
Per questo è essenziale delineare a priori lo scopo dello shooting o della ricerca e proseguire con coerenza. Ricordate, una buona scelta rende il lavoro più facile, e migliora notevolmente la resa finale. Al contrario una sola scelta sbagliata può portare a un risultato deludente.
Figuratevi bene il risultato a cui aspirate, prima ancora di estrarre la reflex dallo zaino!
Usare Photoshop è barare?
C’è chi è ancora fermamente convinto che una fotografia sia solamente il file d’uscita della fotocamera. Non è la nostra filosofia. O meglio, dipende!
Quando modificare la foto e quando non farlo?
Personalmente credo che sia una questione di profittabilità. Che brutta parola! Ma indispensabile se ci pensate.
È evidente che io non scatto solo per mio personale diletto, anche se il più delle volte lo trovo gradevole. Ma il mio obiettivo alla fine della giornata, è quello di essere pagato per il mio lavoro. Ora, se vengo pagato una cifra X per consegnare delle foto così come sono state scattate, sono ben contento di farlo, significa che avrò risparmiato del tempo.
Se viceversa vengo pagato per consegnare delle foto con post-produzione, sarò altresì felice di farlo, posto che la cifra venga ritoccata in X+Y, dove Y è il valore associato al tempo che dedico alla post. Insomma, il tempo è denaro, e se la post si rende necessaria e siamo in grado di farci riconoscere un plus per il tempo dedicato, perché no?
Photoshop a livello artistico
Va inoltre sottolineato che la fotografia è una forma d’arte e di espressione, volendo – nel mio caso no, la uso solamente per lavoro, mi reputo più un manovale che un artista –, e come tale non può essere soggetta a regole come la post-produzione non si fa, sarebbe come dire a Mozart che non si possono usare gli accordi diminuiti… Per chi non mastica musica, si tratterebbe semplicemente di una limitazione senza senso.
Scattare bene è importante perché…
Attenzione però! L’utilizzo dei software di fotoritocco non è un sostituto della tecnica fotografica!
Io sono grandissimo sostenitore dell’ampio utilizzo della Suite Adobe per qualunque modifica si voglia apportare a un lavoro fotografico. Reputo che una modifica migliorativa sia sempre lecita.
Sono anche fermamente convinto che perdere ore e ore a raddrizzare una foto scattata male sia un pessimo metodo di lavoro. Mi capita spesso quando lavoro su foto fatte da altri, e ci soffro immensamente quando per motivi di tempo o per scelte sbagliate del cliente devo farlo anche sulle mie foto. Ma capita.
Il punto è sempre quello, la profittabilità. Se mi pagano per fare una foto che nessun altro avrebbe potuto fare – perché è tutta ritoccata –, mi sta bene. Sono più contento quando la foto esce già perfetta eh! Ma se serve al mio scopo, non mi faccio problemi a sistemarla.
Quando la post-produzione è paragonabile allo sviluppo
Non dimentichiamoci un fatto: nello sviluppo fotografico tradizionale, cioè quello a pellicola, esistono diversi passaggi che possono essere a pieno titolo considerati metodi di post-produzione, nel senso che la foto veniva modificata dopo lo scatto.
Tecniche moderne come il dodge and burn di Photoshop derivano appunto dallo sviluppo della pellicola, che prevedeva la possibilità di usare pennelli e reagenti per modificare lo stato di esposizione dell’alogenuro di argento presente sulla pellicola, al fine di modificare la resa finale della stampa fotografica.
Ora, la pellicola si usa molto di meno rispetto a un tempo – non è morta né scomparsa, anche se non se la passa bene, ciònondimeno chi è passato al digitale, come il sottoscritto, continua volentieri a beneficiare della possibilità di sviluppare le proprie foto. Sì, ho detto sviluppare!
Scattare in jpg o scattare in RAW o DNG
Tutte le fotocamere digitali catturano una immagine in formato DNG, ovvero un negativo digitale, l’equivalente elettronico dell’impressione su pellicola. Questo negativo digitale è molto pesante, poco versatile (non può essere condiviso sui social, per esempio), e ha bisogno di essere sviluppato con un software dedicato.
Se non lo sapevate, è perché molti dispositivi, tra cui i vostri smartphone, convertono automaticamente il DNG in un JPG, il formato standard, leggero e versatile. Questo è perfettamente logico, dal momento che vogliamo condividere subito sui social media le nostre foto la macchina salva il formato a noi più utile. Ma per fare questo ha preso delle decisioni in autonomia, operando uno sviluppo automatico della foto.
Nel caso di un iPhone, la cosa è trascurabile, anche perché l’intelligenza artificiale di iOS ci azzecca quasi sempre. Tuttavia cosa succede quando scattiamo una foto con una DSLR o mirrorless professionale?
Ovviamente una camera top di gamma scatta in DNG, o RAW, o NEF a seconda della casa produttrice; tuttavia essendo uno strumento professionale, consente di scegliere se scattare solo DNG, oppure DNG e JPG, oppure solo JPG (alcuni modelli recenti introducono anche la variante HEIC).
Lo sviluppo digitale
I JPG prodotti da una camera professionale sono ovviamente molto validi. Tuttavia solo scattando in DNG e sviluppando personalmente le nostre foto, beneficiamo appieno del sensore e della sua ricettività alla luce. Il file DNG infatti ci permette di scavare luci e ombre, recuperare dettagli perduti e portare alla luce zone che sarebbero rimaste invisibili in un JPG. Una volta sviluppata la foto, possiamo esportarla in JPG per farne gli usi più disparati.
Ora, abbiamo appena fatto della post-produzione. Ma è così sbagliato sviluppare le proprie foto? Questo nemmeno i tradizionalisti possono affermarlo, dal momento che sviluppano anche loro.
Scatti impossibili
Esistono occasioni in cui la post-produzione digitale è l’unica via percorribile. Osservate la foto che segue. Chiamiamola ritratto alla Canon EOS 6D. Questa foto è l’unione di 18 diversi fotogrammi, scattati con luci diverse per catturare ogni riflesso e illuminare ogni anfratto dello chassis.
La tecnica utilizzata è il light painting con una singola luce. Foto come questa si realizzano con moltissime luci tutte insieme; sì, ad averne abbastanza! Oppure con una singola luce, e si illumina un pezzetto per volta. Alla fine 'l’immagine finale è la somma di tutte le esposizioni scattate.
Con le luci al momento a mia disposizione, non avrei potuto realizzare questa foto in un singolo scatto – senza contare che sarebbe stato comunque ostico, con tutte le luci accese infatti lo sfondo non sarebbe mai stato nero. Ecco un caso in cui la post-produzione si è resa non solo necessaria, ma assoluta protagonista, e il risultato finale secondo me le rende giustizia.
Questo video mostra nel dettaglio come viene assemblata la foto still life con tutti i passaggi e le correzioni del caso. Un’occhiata vi basterà per capire che la complessità della post-produzione è un’arte a sé stante, complementare alla fotografia, ma che la amplia. E se fatta bene, non la sminuisce affatto.
Puoi consultare tutti i nostri lavori in ambito still life nella sezione dedicata ai nostri servizi, oppure dalla gallery che segue.
Vuoi imparare di più sulla post-produzione? Rimani aggiornato con il nostro Blog, e visita la nostra pagina dedicata alle risorse per i grafici!
Ti segnaliamo inoltre il canale YouTube di Cesare Ferrari, dove è possibile consultare gratuitamente centinaia di video dedicati alla post-produzione con Adobe Creative Suite, apprendendo nel dettaglio le tecniche, i percorsi e il flusso di lavoro migliore per arrivare al risultato desiderato.
Post-produzione per lo shooting con i Cyrax
Prossima l’uscita del loro ultimo lavoro, i Cyrax chiedono un nuovo shooting e nuovi artwork, e questa è la post-produzione applicata a tutte le loro foto scattate da Cesare Ferrari nel nuovo studio di Flarescape.
Come richiesto dalla band, il mood è particolarmente grunge e cupo. Le foto originali vengono scattate su sfondo bianco, per la massima versatilità in fase di manipolazione.
Post-produzione avanzata per un artwork
In questa sede vi mostriamo un estratto dallo shooting con la band metal Black Phantom, per cui curiamo fotografia e immagine coordinata. Nel video viene mostrato nel dettaglio tutto il lavoro di manipolazione con Adobe Photoshop, per creare gli artwork dedicati agli artisti.
Post-produzione per foto di interni
Questo video mostra diversi scatti di interni e real estate, che vengono corretti in prospettiva ma non solo. Si vede infatti anche la rimozione di oggetti indesiderati con diversi strumenti resi disponibili da Adobe per la versione 2019 dell’applicativo.
Fotoritocco
Infine vediamo quali sono i passaggi fondamentali del fotoritocco avanzato con la separazione delle frequenze. Nel primo video abbiamo un esempio in fast forward, mentre il secondo video mostra i procedimenti applicati a un intero shooting di ritratto business.
Hai bisogno di un grafico o di un fotografo?
Non esitare a contattarci compilando il form nella sezione Contatti, ti risponderemo al più presto! La nostra specialità è la produzione multimediale su tutti i livelli. Realizziamo servizi fotografici, progettazioni grafiche, immagine coordinata, logo design e audio video.
Puoi consultare il nostro portfolio alla sezione Case history.