Breve storia della comunicazione: dalle scimmie al digitale
Dal linguaggio alla scrittura
Cento mila anni fa i nostri antenati cominciavano a elaborare forme di comunicazione che culminarono nella lingua parlata. Per diverse ere la memoria collettiva fu l'unico modo per tramandare il sapere di generazione in generazione (pensiamo ai racconti di Omero, per esempio); a un certo punto, tuttavia, la complessità delle informazioni raggiunse un livello tale da necessitare una forma di comunicazione diversa da quella orale. Il numero di informazioni sempre crescente, portò l'umanità a sviluppare la scrittura.
I primi mezzi di comunicazione scritta
I reperti che sono giunti fino a noi ci parlano di rudimentali sistemi di comunicazione non verbale fin dalla preistoria, a partire da 50.000 anni fa. Per anni ritenuti artefatti legati a una qualche forma di religione, sculture e pitture rupestri sono state recentemente riconsiderate come veri e propri prodotti editoriali, in quanto testimoniano le condizioni di vita degli autori.
La nascita della scrittura come elemento complesso di comunicazione permanente viene unanimemente attribuita a Sumeri ed Egiziani, e collocata tra il 12.000 e il 4.000 a.C. Il fenomeno è una conseguenza del commercio: i segni compaiono per la prima volta per tenere il conto negli scambi commerciali, e venivano incisi su piccole tavole di terracotta.
Nel 3500 a.C. vediamo la comparsa degli ideogrammi, in Mesopotamia.
Dai segni al linguaggio
Ovviamente la scrittura era un mezzo di comunicazione destinato a dar fuoco alla polveriera della razza umana. Ma da principio si trattava solo della rappresentazione di cifre, e quindi relegati a mansioni contabili o politiche. Inoltre, le prime forme di scrittura erano afonetiche: a un segno rappresentava un’idea, un oggetto o un’azione, ma non aveva alcuna corrispondenza fonetica nella lingua parlata.
Più tardi, in Egitto, si avvia la convergenza tra le due forme di linguaggio: geroglifici e caratteri cuneiformi cominciano a rappresentare non l’idea o il concetto, ma il suono emesso in lingua corrente per significare quell’idea o concetto.
Datiamo 1500 a.C. la nascita dell’alfabeto fenicio, che faceva uso delle consonanti e aveva un sistema di sillabazione. Purtroppo era ancora privo di vocali, e pertanto la lettura risultava un processo lento, basato sulla deduzione dal contesto e ancora lontana dalla lingua parlata.
L’incontro tra greci e fenici diede i natali a un alfabeto composto da consonanti e vocali, destinato a essere la base comune per tutti i sistemi di scrittura del mondo occidentale.
Le conseguenze dell’alfabetizzazione in Occidente
Un fenomeno di massa come la scrittura non poteva essere privo di effetti sulla storia dell’uomo. L’alfabeto greco risulta essere elemento fondante per la cultura occidentale che permea il mondo in cui viviamo oggi. Con la differenza, mi sentirei di aggiungere, che nel V secolo a.C. gran parte dei cittadini greci era in grado di leggere (e comprendere) un testo complesso quale poteva essere una legge o un trattato, ed erano in grado di prendere parte attiva nelle decisioni dello Stato, cosa che oggi non accade più.
Sembra che in un primo momento, le società alfabetizzate avessero concesso ai loro cittadini maggiori libertà, specialmente a chi esercitava un qualche tipo di scienza.
L’alfabeto greco segna un passo importante verso l’alfabetizzazione globale, abbattendo gli antichi imperi dove a fare la storia erano gli scribi, unici depositari del sapere.
Il periodo medievale
In questo periodo l’alfabetizzazione era prerogativa della Chiesa, la quale utilizzava documenti scritti in latino su fogli di pergamena. Proprio come in Egitto, il sapere veniva utilizzato come forma di potere, pertanto erano in pochi a poter disporre della conoscenza scritta, che veniva gelosamente custodita.
Per questo motivo, nel popolo, ci si avvaleva ancora della trasmissione orale.
L’invenzione della stampa
Fu l’invenzione della stampa a rivoluzionare il mondo, segnando la fine del Medioevo e l’inizio della modernità. Ebbe il ruolo di enzima che attivò lo sviluppo di tutte le altre tecnologie di massa.
La stampa ebbe la fortuna di apparire in un momento propizio, in cui la lingua aulica (il latino) era affiancata da una più facile e accessibile (il volgare); parallelamente, la carta soppiantava la pergamena riducendo di molto i costi di produzione e rendendo d fatto la cultura un po’ più accessibile anche alle classi povere.
Dobbiamo l’invenzione della carta a tale Ts’ai Lun, si parla del I secolo d.C. Inizialmente i cinesi scrivevano su tela e bambù, quindi l’introduzione della carta riduceva di parecchio i costi. Inoltre i tasselli mobili, antenati della stampa a caratteri mobili, permettevano di scrivere più velocemente.
Dobbiamo attendere il XII secolo per vederla in Europa. Nel XV secolo i maggiori agglomerati urbani erano provvisti di una propria cartiera. Questo contribuì alla diffusione della conoscenza, e favorì l’attecchire del sistema numerico arabo, che prima veniva trascritto dagli amanuensi con scarsi risultati di distribuzione.
Il progresso accelera: telegrafo, telefono e corrente elettrica
Possiamo affermare che se non fu la stampa a veicolare il progresso, di per sé già ineluttabile, di sicuro lo amplificò notevolmente. In uno stretto abbraccio tra comunicazione e medium, il telegrafo accelerò ancora di più la trasmissione del sapere. Ancora più deflagrante fu ovviamente il telefono, il mezzo di comunicazione veniva ora sostituito da un medium che non prevedeva lo spostamento fisico delle persone o delle informazioni. Siamo passati dal trasporto alla trasmissione, una modalità che per noi oggi è del tutto naturale.
Le origini della comunicazione trasmessa sono più antiche di quello che si pensi. I Greci per esempio, fin dall’antichità utilizzavano delle torce per comunicare anche da grandi distanze, e avevano sviluppato un alfabeto trasmissibile visivamente tra un avamposto e l’altro. E i segnali di fumo degli indiano d’America ve li ricordate?
Dal 1840 la parola viaggia in codice Morse attraverso il cavo elettrico. Questa tecnologia si è diffusa di pari passo alla ferrovia, e le due cose si sono corroborate e sostenute a vicenda. Il telefono arriva a metà del XIX Secolo, e fu una nuova rivoluzione, soprattutto perché il telefono abbatte la soglia tecnica necessaria per operare un telegrafo e scrivere in codice Morse, e diventa quindi una tecnologia accessibile a tutti.Questo si concretizza solo nel XX Secolo, quando i costi permettono anche ai meno abbienti di possedere un apparecchio telefonico connesso alla linea.
La competizione tra telegrafo e telefono fu vinta da quest’ultimo anche grazie all’introduzione dei centralini. Ben presto viene sperimentato il proto broadcasting, ovvero una sorta di radio ad abbonamento per pochi utenti, trasmessa tramite il telefono. Sta per nascere la radio.
I nuovi media
Il progresso nella comunicazione accelerò il progresso tecnologico, e così via in una danza senza fine di accelerazione e inseguimento del prossimo traguardo. Tutto questo cambiò anche il modo in cui le notizie venivano apprese e assimilate, proprio come continua a determinarlo anche ai giorni nostri.
Con il progresso si va verso l’urbanizzazione e la nascita della società di massa. Il mondo comincia a essere completamente connesso, via telefono per la trasmissione e via ferrovia per il trasporto, ed ecco che arriva anche l’aereo. A questo punto nasce il Sistema del Tempo Standard e vengono stabiliti i fusi orari.
Sul piano artistico è l’epoca di Cubismo e Futurismo, nei quali si scorge il cambiamento dei rapporti con lo spazio e il tempo rispetto al passato.
A partire dai primi anni del ‘900 le fiere mondiali abbandonano arte e cultura per incentrarsi sui beni di consumo: è nata la globalizzazione. Il cinema diventa un importante medium di massa e si afferma definitivamente entro la prima decade del secolo.
La nascita della fotografia nel 1839
Cominciate a capire dove andiamo a parare vero? La fotografia nasce ufficialmente nell’800, e da subito favorisce la scoperta di nuove culture, ma la sua percezione come medium di massa si afferma solo un secolo dopo.
Nel XX Secolo il fotogiornalismo è una realtà affermata, corroborata soprattutto dalla possibilità di diffondere immagini via stampa su giornali e libri. Questa rivoluzione modificò la natura stessa dei medium esistenti, portando alla nascita dei magazine.
Si può dire che la fotografia mise in difficoltà la pittura, proprio come il cinema mise in difficoltà il teatro e la televisione danneggiò la radio, ma le diverse realtà trovano tutt’oggi delle sinergie che consentono di attrarre nuove fasce di pubblico.
Arriva la pubblicità
Con la nascita dello star system per attori e divi dello sport, nasce anche l’industria pubblicitaria., il cui scopo è riempire il tempo libero delle persone tramite beni di consumo. Le dinamiche non erano diverse da quelle odierne, la pubblicità era distribuita tramite giornali e medium stampati, i quali si sostentavano proprio con i proventi della pubblicità.
Negli anni ‘20 la pubblicità è sdoganata anche in radio, e la televisione non ci mette molto a prendere la medesima direzione. Per capire quanto crebbe il fenomeno pubblicitario in quegli anni, basti pensare che nel ‘34 gli Stati Uniti d’America vararono una legge che poneva un limite a quantità e qualità di interruzioni pubblicitarie consentite all’interno di un programma televisivo.
La nascita dell’immaginario collettivo
In questi anni assistiamo alla tragedia del Titanic (1912), all’incendio del dirigibile Hindenburg (1937) e alla simpatica burla radiofonica di Orson Wells con La guerra dei mondi (1938). Questi avvenimenti diventano casi studio, in quanto contribuiscono a formare l’immaginario collettivo, e rimangono a farne parte per le decadi a venire.
La televisione come mezzo di comunicazione di massa
Dobbiamo aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale per assistere all’ascesa del medium televisivo, che dominerà le scene per i successivi 60 anni, anche grazie al via cavo e via satellite.
Il computer e la rivoluzione digitale
Il computer nasce come strumento di lavoro accessibile solo alle grandi corporazioni e agli enti militari. A partire dai ‘60 però, un costante lavoro su user friendly interface e software facili da usare portò il computer anche nelle abitazioni private.
La nuova tecnologia non fa che velocizzare i processi artistici, sociali, culturali e tecnologici. Il libro non è più il mezzo primario di apprendimento, ma viene in parte sostituito dal computer, che con il suo potere di calcolo incrementa il potere di apprendimento della mente umana e velocizza la diffusione di idee in tutto il mondo, grazie all’avvento di internet.
Il computer (inteso come processore digitale) abbatte una ulteriore barriera: è il momento del web 2.0, dove tutti sono potenzialmente scrittori, creatori di contenuti. Con tutti i pro e i contro che questo comporta ovviamente.
Perché ci interessa la storia della comunicazione?
Il genere umano si è evoluto in base a quanto e come ha saputo comunicare, per questo l’evoluzione della nostra specie è accelerata di pari passo ai suoi mezzi di comunicazione. E allora come mai ora, nel momento più luminoso della nostra storia, in cui possiamo comunicare in tempo reale in tutto il globo, pare che non abbiamo più niente da dirci?
Il nostro obiettivo è trovare sempre qualcosa che valga la pena imparare, e qualcosa che valga la pena insegnare. Sempre.
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